Regolamento (UE) 2024/1183: Un passo avanti verso un’identità digitale europea

Regolamento (UE) 2024/1183: Un passo avanti verso un’identità digitale europea


Il 11 aprile 2024, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato il Regolamento (UE) 2024/1183, che modifica il regolamento (UE) n. 910/2014 per quanto riguarda l’istituzione del quadro europeo relativo a un’identità digitale.

 

Questo regolamento rappresenta un passo significativo verso la creazione di un’identità digitale sicura e affidabile per tutti i cittadini europei.

 

Cosa cambia con il nuovo regolamento?

  1. Revisione del regolamento (UE) n. 910/2014: Il nuovo regolamento prevede una revisione del regolamento (UE) n. 910/2014 per migliorarne l’efficacia, estendere i benefici al settore privato e promuovere identità digitali affidabili per tutti gli europei.
  2. Quadro a livello dell’UE per l’identificazione elettronica pubblica e sicura: Il Consiglio europeo ha chiesto alla Commissione di proporre lo sviluppo di un quadro a livello dell’UE per l’identificazione elettronica pubblica e sicura, ivi incluse le firme digitali interoperabili.
  3. Programma strategico per il decennio digitale 2030: Il programma stabilisce le finalità e gli obiettivi digitali di un quadro dell’Unione che dovrebbero condurre entro il 2030 a un’ampia diffusione di un’identità digitale affidabile, volontaria e controllata dagli utenti.
  4. Diritti e principi digitali per il decennio digitale: La dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale sottolinea il diritto di ogni persona di avere accesso a tecnologie, prodotti e servizi digitali che siano sicuri e protetti e tutelino la vita privata fin dalla progettazione.

 

Il regolamento si propone di armonizzare e migliorare l'accesso ai servizi pubblici e privati attraverso l'implementazione dei portafogli europei di identità digitale. Questi portafogli consentiranno alle persone fisiche e giuridiche di identificarsi in modo elettronico, autenticare la propria identità e condividere dati collegati alla stessa in modo sicuro.

 

Uno degli obiettivi principali del regolamento è favorire la transizione da soluzioni nazionali di identità digitale a attestati elettronici di attributi validi e legalmente riconosciuti in tutta l'Unione Europea. Ciò permetterà ai cittadini e alle imprese di accedere a servizi digitali in modo più efficiente e sicuro, riducendo gli oneri amministrativi e sostenendo la mobilità transfrontaliera.

 

Il regolamento stabilisce norme specifiche per garantire la protezione dei dati personali trattati nei portafogli europei di identità digitale, prevenendo la combinazione non autorizzata di dati personali ottenuti da altri servizi. Inoltre, si prevede l'utilizzo di firme elettroniche qualificate accettate in tutta l'Unione per garantire la sicurezza e l'integrità delle transazioni digitali.

 

È prevista la cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione europea per garantire l'efficace attuazione del regolamento e la sua coerenza con altre normative europee sulla protezione dei dati personali. Inoltre, si prevede una revisione periodica del regolamento per mantenerlo allineato agli sviluppi tecnologici e alle esigenze del mercato digitale.

 

Queste modifiche rappresentano un passo importante verso la creazione di un’identità digitale sicura e affidabile per tutti i cittadini europei.

 

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Studio Industria al seminario “Intelligenza Artificiale al Servizio della Manifattura"

Studio Industria al seminario “Intelligenza Artificiale al Servizio della Manifattura"


Studio Industria si è unita a una serie di esperti nel campo dell'Intelligenza Artificiale (AI) per il seminarioIntelligenza Artificiale al Servizio della Manifattura", a Bologna il 18.04.2024 presso il Museo Patrimonio Industriale.

 

L'evento, in programma per oggi, vedrà la partecipazione del Prof. Avv. Andrea Tatafiore, Senior Partner Fondatore di Studio Industria.

 

Il seminario accoglierà diversi ospiti, ciascuno con il proprio contributo distintivo.

 

Tra di essi:

 

Vincenzo Colla, Assessore alla Regione Emilia-Romagna, esplorerà il modello regionale per sviluppare competenze e guidare la transizione verso un'economia sostenibile;

 

Fabio Ferrari, fondatore di Ammagamma, offrirà un'analisi approfondita sullo stato attuale dell'AI nelle aziende;

 

Michele Poggipolini, Presidente della Fondazione Aldini Valeriani, condividerà il nuovo percorso della Fondazione, focalizzato sulla formazione e sull'innovazione per affrontare le sfide di mercato e sviluppare strategie competitive;

 

Marco Ramilli, fondatore e CEO di Yoroi, fornirà un'importante prospettiva sulla sicurezza informatica, evidenziando i rischi e le soluzioni nell'ambito dell'AI e dell'industria;

 

Prof. Avv. Andrea Tatafiore, Presidente di AIDA (Associazione Intermediari del Diritto d'Autore) e professore di Diritto Commerciale e Industriale, nonché Senior Partner e fondatore di Studio Industria, si concentrerà sulla sfida politica e giuridica nell'affrontare l'evoluzione dell'AI nel mondo della manifattura. La sua partecipazione riflette l'impegno di Studio Industria nel mantenere i propri clienti costantemente informati e aggiornati sulle tematiche cruciali.

 

Moderato da Gabriele Carrer, giornalista e scrittore su Formiche.net, l'evento promette un dibattito stimolante e informativo sulle intersezioni tra AI e industria, offrendo spunti preziosi per navigare con successo nel mondo dell'innovazione.

 

Studio Industria, come sempre, rimane all'avanguardia nell'adattare le proprie competenze legali e industriali alle nuove sfide, garantendo ai clienti un supporto affidabile e aggiornato in un panorama in continua evoluzione, specie nel campo dell’Intelligenza Artificiale quale principale settore in continua trasformazione stante il sempre maggiore impatto rivestito nello svolgimento di attività professionali e non.

 

Abbiamo parlato dell'AI Act nel precedente post.

 

 

 

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L’AI Act e l’Impatto sulle Aziende

L’AI Act e l’Impatto sulle Aziende


L’AI Act e l’Impatto sulle Aziende: Una Guida Essenziale

Il 13 marzo segna una data cruciale per le aziende operanti nel campo dell’intelligenza artificiale (IA) in Europa. Con l’avvio del conto alla rovescia per l’adeguamento al regolamento AI Act, le imprese si trovano di fronte alla necessità di comprendere e conformarsi a nuove normative significative.

 

Chi è Coinvolto?

Il regolamento AI Act si estende oltre i confini tradizionali, influenzando una vasta gamma di entità sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea. Qualsiasi sistema di IA immesso sul mercato dell’UE o utilizzato in relazione a persone situate nell’UE sarà soggetto a questo quadro giuridico. Ciò include i fornitori, come gli sviluppatori di strumenti di screening, e gli utilizzatori, come le banche che adottano tali sistemi.

 

Obblighi e Esenzioni

Gli importatori di sistemi di IA dovranno garantire la conformità dei fornitori esterni, mentre i fornitori di modelli di IA di uso generale si troveranno di fronte a obblighi specifici. Tuttavia, esistono esenzioni importanti, come quelle per i modelli gratuiti e open-source, e per le attività di ricerca e sviluppo.

 

Scadenze da Monitorare

Le aziende devono agire rapidamente. Entro sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento, sarà necessario eliminare i sistemi vietati. Entro dodici mesi, si applicheranno gli obblighi per la governance dell’IA, e una scadenza critica di 24 mesi vedrà l’applicazione completa delle norme, inclusi i sistemi ad alto rischio.

 

Sanzioni Potenziali

Le sanzioni previste sono severe e mirate a garantire il rispetto del regolamento. Le infrazioni possono comportare multe fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato totale annuo. La mancata osservanza di altri requisiti può portare a sanzioni fino a 15 milioni di euro o il 3% del fatturato. Inoltre, la fornitura di informazioni inesatte può risultare in multe fino a 7,5 milioni di euro o l’1,5% del fatturato.

 

Azioni Immediate per le Aziende

Le aziende devono iniziare con un’analisi approfondita del software di IA in uso, identificando i sistemi ad alto rischio. È fondamentale comprendere il proprio ruolo nell’ambito dell’AI Act e prepararsi adeguatamente per evitare sanzioni significative.

 

 

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Start-up e PMI Innovative: Un Nuovo Orizzonte Fiscale

Start-up e PMI Innovative: Un Nuovo Orizzonte Fiscale


L’innovazione è il motore del progresso e l’Italia sta cavalcando questa onda con politiche fiscali sempre più orientate a sostenere start-up e PMI innovative. Il Decreto Legge n.179/2012 ha gettato le basi per un ambiente favorevole, introducendo un quadro normativo che facilita la nascita e la crescita di queste nuove realtà imprenditoriali.

 

Identikit di una Start-up Innovativa

Le start-up innovative sono quelle imprese che si dedicano allo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico. Per essere riconosciute come tali, devono possedere requisiti ben definiti:

  • Sostenere spese di ricerca e sviluppo per almeno il 15% del maggiore tra costo e valore totale della produzione.
  • Impiegare personale altamente qualificato come dipendenti o collaboratori.
  • Essere titolari, depositarie o licenziatarie di privative industriali, o detentori dei diritti relativi a un programma per elaboratore originario.

 

Agevolazioni e Incentivi Fiscali

Queste imprese godono di agevolazioni fiscali e di sostegno al lavoro, come semplificazioni nella costituzione, riduzione degli oneri per l’avvio dell’attività e incentivi agli investimenti nel capitale di rischio. Inoltre, sono esonerate da alcune penalizzazioni fiscali previste per le società di comodo, come l’imputazione di un reddito minimo e l’utilizzo limitato del credito IVA.

 

Il Cammino Normativo e il Limite de minimis 2024

Il cammino normativo italiano prosegue con l’introduzione del nuovo regime de minimis a partire da gennaio 2024, che modifica la detrazione fiscale per start-up e PMI innovative. Questo cambiamento riflette l’importanza degli incentivi fiscali nel contesto economico attuale e l’impegno del governo nel sostenere l’innovazione e la crescita economica.

 

Impatto e Prospettive Future

L’ecosistema delle start-up innovative in Italia è in continua crescita, con oltre 500 nuove società che nascono ogni tre mesi. Questo dinamismo è il risultato di politiche mirate che non solo incentivano la creazione di nuove imprese ma attraggono anche investitori alla ricerca di opportunità in un settore promettente.

 

In conclusione, l’Italia sta consolidando la sua posizione come un hub di innovazione e imprenditorialità. Con un quadro normativo su misura e incentivi fiscali strategici, le start-up e le PMI innovative sono destinate a giocare un ruolo chiave nel panorama economico nazionale e internazionale.

 

 

 

 

 

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Regolamento SFDR: Informativa sulla Sostenibilità nel Settore dei Servizi Finanziari

Regolamento SFDR: Informativa sulla Sostenibilità nel Settore dei Servizi Finanziari


L'Unione Europea, nel quadro delle politiche di sostenibilità ed ESG, ha adottato il Regolamento (UE) 2019/2088, noto come SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation), entrato in vigore il 27 novembre 2019.

 

Questo regolamento mira a migliorare la trasparenza e l’informazione nel settore finanziario riguardo alla sostenibilità.

 

Vediamo i punti chiave:

 

  1. Obiettivi di Sostenibilità: L’SFDR collega gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite al quadro strategico dell’Unione Europea. L’obiettivo è una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e più sostenibile.
  2. Accordo di Parigi: L’SFDR si allinea con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Si propone di rendere i flussi finanziari compatibili con uno sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra e resiliente dal punto di vista climatico.
  3. Informazioni sulla Sostenibilità: Le banche, gli asset manager, le compagnie di assicurazione e altri attori istituzionali devono fornire informazioni sulla sostenibilità nei loro servizi finanziari. Questo include la classificazione dei clienti in base a criteri di sostenibilità.
  4. Accesso al Credito: L’SFDR può influenzare l’accesso al credito. Le banche devono considerare la sostenibilità dei clienti nella valutazione del rischio e nell’offerta di prodotti finanziari.
  5. Standardizzazione: L’SFDR mira a standardizzare le informazioni relative ai processi di investimento ESG (ambientali, sociali e di governance).

 

In sintesi, l’SFDR è un passo importante verso un settore finanziario più sostenibile e responsabile.

 

Le banche devono ora considerare attentamente la sostenibilità dei loro clienti: pertanto, l'impatto è considerevole, perché il rispetto delle politiche ESG condizionerà l'accesso delle imprese al credito.

 

 

 

 

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Convegno "Abbattere i muri in edilizia - La certificazione sulla parità di genere"

Convegno "Abbattere i muri in edilizia - La certificazione sulla parità di genere"


Il primo febbraio 2024 il nostri partner Avv. Francesco Minazzi, parteciperà come relatore al convegno organizzato da ANCE - Associazione Nazionale Costruttori, dedicato alla certificazione sulla parità di genere.

 

Il Convegno ci vede al fianco del nostro Partner Formidouble, per toccare una delle tematiche più importanti degli ormai noti "parametri ESG - Environment, Social, Governance".

 

In particolare, tratteremo l'argomento della parità tra uomo e donna, come elemento specifico del pilastro S - Social.

 

 

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Direttiva CSRD: dal 2024 più aziende dovranno fare il report si sostenibilità

Direttiva CSRD: dal 2024 più aziende dovranno fare il report si sostenibilità


Il 2024 sarà il vero primo anno dei temi ESG: Environment – Social – Governance.

 

Le novità

 

La Direttiva UE c.d. CSRD del 2022 (Corporate Sustainability Reporting Directive) amplia il numero di imprese tenute a effettuare il report di sostenibilità, a integrazione dei documenti di bilancio.

 

Le stime, in Italia, affermano che si passerà a 49.000 imprese obbligate dalla CSRD, dalle attuali 11.000 ora obbligate a fornire le c.d. informazione non finanziarie previste dalla precedente Direttiva NFD.

 

A chi si applica la CSRD

 

I nuovi obblighi si applicano in via diretta alle grandi imprese, ma queste sono tenute ad acquisire le informazioni sulla sostenibilità anche dalla catena del valore, a monte e a valle: in pratica, rivolgendosi a clienti e fornitori.

 

In sintesi, l’ambito applicativo e i tempi di attuazione sono i seguenti:

 

Tipologia di impresaParametro: Dipendenti mediParametro: Totale attivo €Parametro: Ricavi netti €
Grande impresa > 250 > 20.000.000 > 40.000.000
Media impresa < 250 < 20.000.000 < 40.000.000
Piccola impresa < 50 < 4.000.000 < 8.000.000
Micro impresa < 10 < 350.000 < 700.000

 

Tipologia di impresa Tipologia di rendicontazionePrimo anno di rendicontazione Standard di riferimento
Grande impresa già soggetta alla DNF Obbligatoria 2024 (pubblicazione 2025) ESRS
Grande impresa non soggetta alla DNF Obbligatoria 2025 (pubblicazione 2026) ESRS
Piccola e media impresa quotataObbligatoria 2026 (pubblicazione 2027) ESRS per SMEs
Piccola e media impresa non quotataVolontaria ESRS per SMEs
Micro impresa (quotata e non quotata) Volontaria ESRS per SME

 

 

Scopi e obiettivi

 

La conseguenza sarà che anche le PMI e le imprese un po’ di grandi non obbligate in via diretta, lo saranno indirettamente perché dovranno rispondere alle richieste informative dei soggetti obbligati dalla Direttiva.

 

Peraltro, è già notizia che il merito creditizio sarà stabilito in base al “livello ESG” dell’impresa: significa che l’accesso al credito bancario e assicurativo vedrà privilegiate (o penalizzate) le imprese in base al loro “rating ESG”.

 

È ovvio, quindi, che sarà un tema trasversale che potremo trattare con tutti gli interessati, per preparare le imprese in questo anno e mezzo di tempo.

 

 

 

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Agevolazioni sulla Parità di Genere: Un’Opportunità per le Aziende

Agevolazioni sulla Parità di Genere: Un’Opportunità per le Aziende


La parità di genere è un obiettivo fondamentale per le aziende e la società in generale.

 

In Italia, la normativa sulla parità di genere è sancita dalla Costituzione e da numerose leggi. L’articolo 3 della Costituzione afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

 

E' un tema che fa parte anche dei nuovi parametri ESG introdotti dalla normativa europea.

 

Per promuovere la parità di genere nelle imprese, sono previsti diversi incentivi.

 

Ad esempio, per la partecipazione a procedure pubbliche, il nuovo Codice prevede che le amministrazioni aggiudicatrici indicano, nei loro avvisi, un maggiore punteggio legato al possesso della certificazione di genere.

 

L’art 106, comma 8, del nuovo codice dei contratti pubblici prevede, inoltre, per tutte le tipologie di contratto una diminuzione della garanzia del 20%, cumulabile con tutte le altre riduzioni previste dalla legge, in caso di possesso di certificazioni (riportate nell’allegato II. 13 al Codice) attestanti specifiche qualità, tra le quali rientra anche la certificazione della parità di genere.

 

Inoltre, ci sono delle preferenze per l’accesso a incentivi se attui la parità di genere: ad esempio, ai sensi della Legge Gribaudo (art. 5, comma 3) alle aziende che, alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione alla prassi UNI/PdR 125:2022, rilasciata da un organismo di certificazione accreditato, è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

 

Nel 2022 era stato previsto che le aziende in possesso della certificazione della parità di genere potevano avvalersi di un esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro: potrebbe essere riproposto come incentivo ed è opportuno prepararsi.

 

Un altro esempio di questi incentivi è l’avviso pubblico emesso da Unioncamere per la concessione di contributi alle micro, piccole e medie imprese. L’obiettivo è fornire contributi per servizi di assistenza tecnica e accompagnamento, e per servizi di certificazione della Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022). Ne parleremo in un webinar il 4 dicembre.

 

La parità di genere è un tema che coinvolgerà sempre più le aziende in futuro. È importante essere preparati e informati su queste normative. Le aziende devono produrre un report sulla parità di genere ogni due anni. Possedere la certificazione della parità di genere può facilitare la creazione di questo report.

 

In conclusione, gli incentivi e le normative esistenti sono strumenti utili per promuovere la parità di genere. Continuare a informarsi e adattarsi a queste normative è fondamentale per il successo futuro delle aziende.

 

 

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Convegno "Il Consulente di Asd e Ssd dopo le riforme dello sport"

Convegno "Il Consulente di Asd e Ssd dopo le riforme dello sport"


Il 25 ottobre 2023 i nostri partner Prof. Avv. Andrea Tatafiore, in qualità di relatore, e l'Avv. Francesco Minazzi, in qualità di moderatore, hanno partecipato al convegno organizzato da Fondazione Magna Carta, dedicato alla riforma dello sport e del terzo settore.

 

Nella bella sede "La dimora del Baco", è stato un workshop interessante e molto partecipato, con grande interazione del pubblico, perché il tema è di grande rilievo al momento.

 

Sarà presto disponibile la registrazione sul sito della Fondazione: https://fondazionemagnacarta.it/2023/10/19/il-consulente-di-asd-e-ssd-dopo-le-riforme-dello-sport/.

 

 

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Le novità della Direttiva NIS 2 sulla cybersecurity

Le novità della Direttiva NIS 2 sulla cybersecurity


La cibersicurezza è una sfida sempre più rilevante per le aziende e le organizzazioni che operano nell’Unione Europea, soprattutto in un contesto di crescente digitalizzazione e interconnessione dei servizi essenziali e delle infrastrutture critiche.

 

Per questo motivo, l’UE ha deciso di rafforzare il suo quadro normativo in materia di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, approvando la direttiva NIS2, che abroga e sostituisce la precedente direttiva NIS del 2016.

 

La direttiva NIS2 ha l’obiettivo di garantire un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione, migliorando le capacità di prevenzione, rilevamento e risposta agli incidenti informatici, rafforzando la cooperazione tra gli Stati membri e l’UE, e aumentando la resilienza dei soggetti pubblici e privati che forniscono servizi o gestiscono infrastrutture essenziali per il funzionamento della società e dell’economia.

 

Le principali novità introdotte dalla direttiva NIS2 sono le seguenti:

 

  • Ampliamento dell’ambito di applicazione: la direttiva NIS2 estende i requisiti di cibersicurezza a nuovi settori e servizi, tra cui il settore postale, il settore chimico, il settore alimentare, i servizi legali, i servizi contabili, i servizi di architettura, i servizi di ingegneria, i servizi di gestione dei rifiuti, i servizi di social network online, i servizi di data warehouse online, i servizi di condivisione online e i servizi di comunicazione online.
  • Inoltre, la direttiva NIS2 introduce una nuova categoria di soggetti chiamati “operatori importanti”, che sono quelli che hanno un impatto significativo sul mercato interno o sulla sicurezza pubblica o nazionale. Gli operatori importanti sono soggetti a requisiti più stringenti rispetto agli altri soggetti.
  • Armonizzazione dei requisiti minimi: la direttiva NIS2 stabilisce requisiti minimi armonizzati per la cibersicurezza dei soggetti interessati, basati su principi generali come la gestione del rischio, la sicurezza per progettazione e per impostazione predefinita, l’adozione di misure tecniche, operative e organizzative adeguate e proporzionate, la segnalazione degli incidenti alle autorità competenti e ai destinatari dei servizi, la cooperazione con le autorità competenti e gli altri soggetti interessati, la formazione del personale e la sensibilizzazione degli utenti.
  • La direttiva NIS2 prevede anche che gli Stati membri adottino misure per verificare il rispetto dei requisiti da parte dei soggetti interessati, attraverso ispezioni regolari o basate sul rischio.
  • Rafforzamento della cooperazione: la direttiva NIS2 rafforza i meccanismi di cooperazione tra gli Stati membri e l’UE in materia di cibersicurezza, istituendo una rete europea per la cibersicurezza composta dalle autorità competenti nazionali e dal coordinatore dell’UE (la Commissione o un organismo da essa designato), che ha il compito di facilitare lo scambio di informazioni strategiche e operative, coordinare le azioni comuni in caso di incidenti transfrontalieri o a livello dell’UE, fornire orientamenti e raccomandazioni sui requisiti minimi e sulle migliori pratiche, monitorare l’attuazione della direttiva NIS2 e valutarne l’impatto. La direttiva NIS2 prevede inoltre il coinvolgimento dell’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA) nel supporto alla rete europea per la cibersicurezza e nella promozione della cooperazione tra gli Stati membri.

 

 

La direttiva NIS2 rappresenta quindi un passo importante verso una maggiore armonizzazione e convergenza delle norme sulla cibersicurezza nell’UE, al fine di garantire un livello elevato di protezione dei dati, delle reti e dei sistemi informativi, nonché della sicurezza e del benessere dei cittadini e delle imprese.

 

 

La direttiva NIS2 dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore, che avverrà dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

 

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