Nuovi indicatori di sostenibilità: un incoraggiamento all’adozione del Modello 231
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha recentemente proposto una serie di 45 indici di sostenibilità per le Piccole e Medie Imprese (PMI). Questi indici, disponibili per la consultazione pubblica fino al 2 agosto, sono stati progettati per aiutare le PMI a prevenire future difficoltà nell’accesso al credito e un aumento dei costi dei finanziamenti. L’iniziativa del MEF mira a promuovere strategie di finanza sostenibile, incentivando l’investimento di risorse private nel mercato dei capitali per supportare la transizione verso un’economia più verde e digitale. Tra i 45 indicatori proposti, alcuni riguardano la governance e la condotta aziendale. In particolare, questi indicatori si concentrano sul codice etico, il modello 231 per prevenire reati aziendali e le procedure anticorruzione. Questi strumenti sono fondamentali per garantire la trasparenza e la responsabilità delle aziende. Il documento del MEF sottolinea l’importanza dei programmi di formazione e delle misure di protezione implementate dalle aziende per prevenire comportamenti illeciti. Ad esempio, il codice etico fornisce una guida ai dipendenti e agli stakeholder sull’etica aziendale, sulla condotta professionale e sul rispetto delle leggi e dei regolamenti. Il modello 231, che prende il nome dal Dlgs 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, svolge un ruolo sempre più strategico. Con il passare del tempo, l’elenco dei reati coperti da questa norma si è progressivamente ampliato, coprendo tutte le aree operative delle aziende e richiedendo quindi una maggiore vigilanza per prevenire reati. Le procedure anticorruzione devono includere meccanismi per segnalare casi sospetti di corruzione, effettuare controlli sui partner commerciali e monitorare e revisionare i conti. Il documento del MEF richiede anche che le aziende rendicontino l’impegno ESG, inclusi i sistemi per segnalare violazioni delle leggi o dei regolamenti, reati e casi di corruzione o frode, oltre a situazioni di pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Infine, il documento suggerisce che le aziende comunichino il numero di condanne e l’importo delle multe inflitte per violazioni delle leggi contro la corruzione attiva e passiva che si sono verificate durante l’anno solare di riferimento. Questo indicatore riflette l’efficacia delle procedure di prevenzione, che si manifesta nella capacità di evitare contestazioni, condanne e multe per fenomeni di corruzione. In conclusione, l’adozione del Modello 231/01 e l’implementazione di robuste procedure anticorruzione sono sempre più importanti per le PMI, non solo per prevenire reati, ma anche per accedere a nuove opportunità di finanziamento e supportare la transizione verso un’economia più verde e digitale. #studioindustria #nextlevelbusiness #masteringthefuture #newsindustria