Oggi parliamo di legal design: convegno dei Professionisti Studio Industria

Oggi parliamo di legal design: convegno dei Professionisti Studio Industria


Studio Industria si mantiene attiva sui temi dell'innovazione.

 

Oggi due nostri Professionisti, l'Avv. Francesco Minazzi e l'Avv. Sandro Marcelli, terranno un convegno sulla novità più interessante degli ultimi anni nelle professioni legali: il Legal Design.

 

Il Legal Design è una recente scienza giuridica che si occupa delle metodologie per rendere più chiari e più semplici i contenuti giuridici, mediante la semplificazione del linguaggio e con l'aiuto dei contenuti visivi.

 

Terremo un convegno sul tema alle 15.00 presso la Sala dell'Ordine degli Avvocati dell'Aquila, che ci ha invitato a portare questa ventata di innovazione.

 

Comunicheremo la diretta streaming sulla nostra pagina LinkedIn.

 

Stay tuned!

 

Qui la locandina: Chiarezza e sinteticita' dopo la cartabia la soluzione del legal design rev 2

 

#studioindustria #nextlevelbusiness #masteringthefuture

 


In arrivo il Decreto Whistleblowing

In arrivo il Decreto Whistleblowing


Il Governo ha recentemente approvato lo schema di Decreto Legislativo che darà attuazione alla c.d. Direttiva Whistleblowing dell’Unione Europea, che porterà novità molto impattanti su Imprese e Pubbliche Amministrazioni. È utile spendere qualche parola su questo strumento.

 

In Italia, il whistleblowing è stato riconosciuto come diritto individuale, idoneo a offrire protezione ai dipendenti pubblici e privati che hanno esposto comportamenti illegali o inappropriati da parte di un’organizzazione (impresa, PA, etc). Già nel 2001 il Decreto 231 aveva previsto la segnalazione anonima per gli appartenenti a un soggetto che si fosse dotato del Modello 231, poi la legge sulla tutela dei segnalatori del 2016 ha stabilito ulteriori norme per proteggere nella PA i whistleblower da ritorsioni e discriminazioni sul posto di lavoro.

 

La promulgazione di questa legislazione ha creato incentivi a migliorare la trasparenza nel settore pubblico, promuovendo una cultura etica e responsabile nell'ambiente professionale italiano.

 

Il whistleblowing è uno strumento vitale in qualsiasi ambiente professionale per garantire che l'attività fraudolenta, non etica o criminale sia identificata e segnalata. Aiuta a proteggere la salute pubblica, la sicurezza e l'integrità del luogo di lavoro offrendo alle persone la possibilità di parlare in modo anonimo di potenziali violazioni etiche o cattiva condotta senza timore di ritorsioni. Inoltre, la denuncia di irregolarità può contribuire a migliorare il governo societario in quanto consente indagini efficaci su illeciti, promuovendo la responsabilità aziendale e l'applicazione della legge ove necessario.

 

Politiche efficaci per gli informatori forniscono ai dipendenti percorsi chiari per segnalare le loro preoccupazioni e possono aiutare a rafforzare la cultura organizzativa dimostrando un impegno senza compromessi per l'integrità e la condotta etica a tutti i livelli dell'organizzazione.

 

Questi sono gli obiettivi della Direttiva e del Decreto Whistleblowing, che si applicheranno (secondo lo schema pubblicato) a partire dal 2023-2024, con scadenze diverse a seconda dei casi; basti ricordare, comunque, per ora, che l’obbligo di adottare un sistema di segnalazione si applicherà alle società con più di 50 dipendenti, alle PA e a coloro che si dotano di un sistema 231.

 

Nei prossimi post approfondiremo questi aspetti: restate in attesa delle nostre “segnalazioni”!

 

#studioindustria #nextlevelbusiness #masteringthefuture


L'importanza di agevolazioni e incentivi per le imprese

L'importanza di agevolazioni e incentivi per le imprese


Nel panorama economico odierno, gli incentivi statali sono di fondamentale importanza per le imprese, i privati e interi settori. Questi incentivi possono assumere molte forme, da agevolazioni fiscali e sussidi a ricerca e sviluppo finanziati dal governo, ma l'obiettivo generale è dare alle entità una spinta in più per fare affari che genererebbe posti di lavoro, incoraggerebbe l'innovazione, stimolerebbe la crescita economica e altro ancora. Per questi motivi, gli incentivi statali sono diventati uno strumento essenziale per fornire lo slancio al cambiamento, sia che ciò significhi incoraggiare gli investimenti, avviare un'impresa o assumere un rischio su una nuova tecnologia.

 

Gli incentivi statali sono importanti per le imprese per risparmiare denaro e stimolare gli investimenti. Le agevolazioni fiscali riducono i costi generali delle imprese, dando loro più capitale da reinvestire nelle loro operazioni. Ciò aiuta le aziende ad espandersi, ad assumere più dipendenti e ad aumentare salari e stipendi. Inoltre, i sussidi governativi aiutano le imprese a ridurre i costi e perseguire opportunità di ricerca che altrimenti potrebbero non prendere in considerazione, incoraggiando l'innovazione e creando ancora più opportunità economiche.

 

Per gli industrie, gli incentivi governativi forniscono sicurezza economica, rendendo più facile perseguire opportunità formative o correre rischi in un'impresa commerciale. I crediti d'imposta e le esenzioni rendono più facile per le persone risparmiare e investire denaro, mentre i progetti sponsorizzati dal governo possono agevolare l’efficacia delle politiche del lavoro.

 

In breve, gli incentivi governativi sono fondamentali per incoraggiare l'attività economica, dare impulso alle industrie, incentivare gli investimenti e creare maggiori opportunità di prosperità per gli individui. Sono uno strumento potente per fornire una spinta tanto necessaria per stimolare il progresso, sia a breve che a lungo termine. Pertanto, gli incentivi statali dovrebbero rimanere in prima linea nelle agende aziendali e nei business plan.

 

Stiamo monitorando le prospettive della Legge di bilancio per mappare le iniziative che verranno intraprese in merito e creare una programma di innovazione a misura di impresa. A tal fine, Studio Industria ha strutturato anche una propria business unit dedicata non solo agli incentivi, ma anche alla bandistica e alle opportunità di finanziamento già previste e in corso di pubblicazione.

 

Rimaniamo aggiornati!

 

 

 

#studioindustria #nextlevelbusiness #masteringthefuture


Nuovo Decreto Biometano: novità sulle agevolazioni

Nuovo Decreto Biometano: novità sulle agevolazioni


Il 15 settembre 2022, il Ministro della transizione ecologica (MiTE), ha firmato il “Nuovo Decreto Biometano”, finalizzato a sostenere lo sviluppo del biometano nazionale, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici.

 

Questo provvedimento, che costituisce un’incentivazione per la produzione di biometano, ha assegnato 1,7 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

 

Il Nuovo Decreto Biometano, che si presenta come mezzo di attuazione dell’economia circolare, ha il doppio obiettivo di efficientare e riconvertire gli impianti di biogas agricoli esistenti (per trasformarli in nuovi impianti di produzione di biometano sostenibile) e di incentivare la costruzione di nuove centrali per la produzione di biometano.

 

Una simile misura, mai come in questo periodo storico, si presenta fondamentale per ridurre la dipendenza dell’Italia dal gas estero e maggiormente “indipendente” nella produzione: si stima che potrà essere coperto fino al 20% del fabbisogno italiano di gas riducendo l’impatto ambientale.

Da un punto di vista tecnico, gli incentivi sono concessi sia per “impianti di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole e da rifiuti organici”, sia per “impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo oggetto di riconversione”, a condizione che gli interventi siano realizzati in data antecedente la pubblicazione della graduatoria e che siano conclusi entro il 30 giugno 2026. Ai produttori degli impianti che rispettano i requisiti sopra indicati spetta:

  1. a) un contributo in conto capitale del 40% calcolato sul massimo dele spese ammissibili (Allegato 1 Decreto n.340/2022);
  2. b) una tariffa incentivante applicata alla produzione netta di biometano per una durata di 15 anni ed erogata a partire dalla data di entrata in funzione dell’impianto.

Ai fini dell’erogazione del contributo in conto capitale, rientrano tra le spese ammissibili:

  • costi di realizzazione ed efficientamento degli impianti;
  • attrezzature di monitoraggio e ossidazione del biometano, dei gas di scarico e di monitoraggio delle emissioni fuggitive;
  • costi di connessione alla rete del gas naturale;
  • costi per l’acquisto o acquisizione di programmi informatici funzionali alla gestione dell’impianto;
  • spese di progettazione, direzione lavori, collaudo, consulenze, studi di fattibilità, acquisto di brevetti e licenze, connessi alla realizzazione dei sopraindicati investimenti, nella misura massima complessiva del 12% della spesa totale ammissibile;
  • costi per la fase di compostaggio del digestato.

 

In conclusione, è importante sottolineare come gli interventi di spesa esaminati possano godere delle agevolazioni previste dal Decreto solo a seguito dell’aggiudicazione di procedure competitive pubbliche di cui sono messi a disposizione, periodicamente, contingenti di capacità produttiva.

 

 

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Studio Industria alla convention Eni Plenitude 2022

Studio Industria all' assemblea Eni Plenitude 2022


Si è tenuta il 17 e 18 maggio 2022 la convention di Eni Plenitude dedicata ai bonus edilizi e al futuro degli investimenti green.

Studio Industria ha avuto la fortuna di partecipare come partner tecnico, con grande orgoglio.

 

La convention si è tenuta nello splendido ambiente dell'Acquario di Genova, a simboleggiare l'attenzione verso l'ecosistema della Terra, in linea con le politiche ESG di Eni Plenitude.

 

Non a caso, il tema era proprio le politiche di sviluppo dei progetti di efficientamento energetico.

 

Puntiamo al miglioramento.

 

#studioindustria #nextlevelbusiness #masteringthefuture


Avviato corso superbonus HD-Giovani Commercialisti

Avviato corso superbonus HD-Giovani Commercialisti


Il 2022 inzia con un ottimo avvio per Studio Industria.

 

Apriamo l'anno con due punti d'orgoglio:

- venerdì 28 inizierà ufficialmente il corso di formazione sui bonus edilizi, tenuto da Harley&Dikkinson e Studio Industria, in seguito alla partnership intrapresa l'anno passato;

- nuovi riconoscimenti professionali ci arricchiscono, con la nomina del senior partner Avv. Andrea Tatafiore come sindaco effettivo della Sivam spa.

 

Ad maiora!

 

#nextlevelbusiness #studioindustria #nextlevelbusiness #masteringthefuture

#imprese #industria40 #transizione40


Partnership Studio Industria-HD al convegno dei Giovani Commercialisti

Partnership Studio Industria-HD al convegno dei Giovani Commercialisti


Studio Industria e Harley&Dikkinson-HD partecipano con orgoglio all'importante XIII Forum dell'Unione del Giovani Dottori Commercialisti, tenuto oggi a Roma.

 

Si parla di opportunità: gli interventi sono di spessore, a partire dal Presidente dell'Unione Matteo De Lise sino all'A.D. di HD Alessandro Ponti, dal Direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini a diversi Sottosegretari del Governo.

 

Un'occasione di confronto necessaria e rilevante: qui il programma dell'evento -> Programma.

 

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Convenzione Superbonus Studio Industria-Harley&Dikkinson-Giovani Commercialisti

Convenzione Superbonus Studio Industria-Harley&Dikkinson-Giovani Commercialisti 


Studio Industria entra nella partnership tra Harley&Dikkinson e l'Unione dei Govani Commercialisti, che hanno siglato una convenzione per realizzare le verifiche di conformità nell'ambito dell'incentivo noto come "superbonus".

Nel dettaglio, riportiamo le dichiarazioni del Presidente dell'Unione.

"L'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e Harley&Dikkinson, fintech business designer rivolto a chi opera nella riqualificazione e valorizzazione degli edifici, hanno siglato una convenzione con l'obiettivo di supportare i cittadini in tema di Superbonus 110% e fornire un servizio professionale nella gestione delle piattaforme utili alla cessione del credito d'imposta. Per gli iscritti all'Unione si tratta di una vera e propria svolta: avranno, infatti, l'opportunità di assumere un ruolo importante nella filiera Superbonus, offrendo garanzie ai soggetti coinvolti nelle dinamiche di cessione del credito e aprendo una breccia in un settore della professione che attualmente presenta diverse barriere all'entrata, ancor più difficili da affrontare singolarmente". Lo annuncia Matteo De Lise, presidente dell'Ungdcec.

 

"I professionisti dell'Unione – prosegue De Lise – potranno, tra le altre cose, apporre il visto di conformità nelle procedure sottese alle piattaforme H&D in ambito di cessione di crediti da Superbonus, e potranno altresì proporre di utilizzarli ai propri assistiti, nel rispetto di uno specifico modello costruito dall'Ungdcec. In quest'ottica, per la prima volta verrà istituito uno standard certificativo di Aja Europe, anche col supporto di un partner affermato per la compliance strategica d'impresa come Studio Industria, che supporti i commercialisti e i revisori nella conduzione delle esigenze professionali collegate al visto di conformità, per avvicinare sempre di più le persone alla riqualificazione degli immobili e dunque alla sostenibilità".

 

Ci rende fieri vedere la notizia riportata dai principali quotidiani, la rassegna stampa è scaricabile cliccando qui.


La due diligence della startup

La due diligence della startup


La due diligence può avere durata e intensità[1] molto elastiche (che dipendono principalmente dal grado di maturità della startup[2]) e si sostanzia nell’analisi della società da un punto di vista legale, fiscale e tecnico[3].

 

Dal punto di vista legale, ci sarà sicuramente un vaglio documentale[4], che consisterà nello studio analitico dello Statuto e delle sue clausole, nonché degli eventuali patti parasociali[5] stipulati dai soci. Potrà poi seguire un focus di natura giuslavoristica, dove si attenzioneranno le dinamiche di subordinazione o collaborazione instaurate all’interno della società e i profili attinenti al rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Anche l’analisi degli aspetti che fanno riferimento alla proprietà intellettuale, quali la registrazione dei marchi, l’originalità dei software[6], l’esistenza e l’intestazione di un eventuale nome a dominio, deve trovare spazio in questa importante fase del processo di investimento.

 

Infine, in ambito fiscale, si dovrà andare a verificare che ci sia stato il corretto pagamento delle imposte e delle tasse e che siano stati regolarmente versati i contributi agli enti previdenziali nel caso in cui il soggetto giuridico si sia dotato di personale dipendente.

 

 

[1] Da intendersi come profondità di analisi della società.

[2] La quale, in questo contesto di riferimento, prenderà il nome di “società target” ossia “società – obiettivo”.

[3] Per le startup più mature l’analisi comprenderà anche l’aspetto dei financial.

[4] Di cui si occuperanno, naturalmente, i consulenti dell’investitore.

[5] Sono “accordi privati” che regolamentano alcuni aspetti della vita societaria.

[6] Che dovranno essere poi analizzati anche da un punto di vista tecnico fronte brevettabilità.

 

 

 

 

Contributo a cura del Dott. Piermarco Di Lallo.


Investire in PMI innovative

Investire in PMI innovative


Le PMI innovative sono state introdotte nel nostro sistema normativo con il DL 24 gennaio 2015 n. 3, recante “misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti”. Un’impresa, per godere di questo status giuridico di favore deve soddisfare una serie ben definita di requisiti[1], ma in primis, per rientrare nel novero di PMI, deve occupare meno di 250 dipendenti ed avere un fatturato inferiore ai € 50mln o un totale di bilancio minore di 43 milioni.

 

La ratio sottesa a tale intervento è senza dubbio quella di favorire la crescita e lo sviluppo tecnologico di quelle piccole e medie realtà imprenditoriali, che costituiscono il motore trainante del nostro Paese, facilitando ed incentivando il ricorso all’investimento privato, da un lato, e prevedendo delle misure pubbliche di sostegno e di agevolazione nell’accesso al credito per le stesse imprese, dall’altro.

 

In tale ottica si collocano misure previste da una serie di interventi legislativi[2], non da ultimo il “D.L. Rilancio”, con un pacchetto di aiuti rivolti a start up e pmi innovative.

Soffermandoci in particolare sugli investimenti, si ritiene opportuno precisare in via preliminare come gli interventi del legislatore in questi anni si siano apprezzati in particolar modo per l’impulso alla creazione di canali di accesso all’investimento smart e rivolti ad una platea sempre più ampia.

 

L’iniezione di liquidità nelle casse delle PMI è stata favorita prevedendo ad esempio dei consistenti sgravi fiscali, pari al 30% dell’investimento, fino a € 1mln per le persone fisiche e € 1,8 per quelle giuridiche, condizionati al mantenimento della partecipazione nella PMI innovativa (holding period) per un minimo di tre anni.

 

Con il “D.L. Rilancio”, poi, la soglia del 30 è stata innalzata, per le persone fisiche, al 50% sino ad una cifra investita pari a € 300.000 ed è stato istituito, attraverso la legge di Bilancio. n. 145/2019, un Fondo di sostegno al Venture capital pari a € 200mln[3]. L’aspetto più interessante del Fondo sembra comunque essere la previsione dello strumento delle obbligazioni convertendo che, in sostituzione delle obbligazioni convertibili, spezzano una lancia in favore delle imprese in quanto producono l’automatica conversione in equity, ossia in azioni, e le aziende godono di tassi di interesse agevolati[4].

 

Inoltre, si è provveduto ad incentivare l’accesso al mercato anche alle categorie di piccoli investitori tramite la creazione di piattaforme online di equity crowdfunding[5], le quali sottendono il duplice scopo di raccogliere fondi e di educare l’investitore retail (alle prime armi) che si approcci magari per la prima volta ad una attività speculativa, attraverso la somministrazione di un questionario preliminare, il cui superamento è prodromico alla corretta sottoscrizione di capitale.

 

Ovviamente la sicurezza dell’investimento online è garantita dalla costante supervisione della Consob ed esiste un apposito elenco di operatori all’uopo autorizzati i quali fanno da recettori della richiesta di investimento, trasmettendola poi alle banche che procedono al perfezionamento della sottoscrizione di capitale presso la PMI innovativa individuata. A differenza del Venture capital, questo è uno strumento di finanziamento (rectius di partecipazione all’azionariato) collocabile nella fase di lancio dell’impresa (per le start up si parla di fase seed), per cui ben si presta a raccogliere cifre certamente inferiori rispetto agli ingenti capitali previsti per quelle successive che vengono definite come fasi early stage, terreno fertile per i Venture capitalist; possono inoltre rinvenirsi difformità di tipo ontologico tra le due soluzioni di investimento prospettate, in quanto quello dei Venture capitalist è generalmente classificabile come investimento prettamente speculativo e non rivolto alla partecipazione societaria.

 

Le misure incentivanti elencate nella trattazione, specialmente quelle rivolte ai “novizi” del settore, sembrano dunque orientate nel senso di promuovere una cultura dell’investimento e dell’innovazione che passi attraverso la conoscenza dell’impresa su cui si decide di puntare ed una partecipazione attiva alla crescita della stessa.

 

[1] art. 4, comma 1, DL 3/2015;

[2] V. in particolare Legge di Bilancio 2017; D.L. 34/2020, c.d. “D.L. Rilancio”;

[3] Per ulteriori approfondimenti sul funzionamento del Fondo: https://www.mauriziomaraglino.it/come-funziona-il-fondo-di-sostegno-al-venture-capital-dedicato-alle-startup-e-pmi-innovative/;

[4] La misura non può che porsi come strumento di tutela nei confronti delle startup, in quanto, mentre con le obbligazioni convertibili, generalmente, le stesse non venivano convertite in azioni ma si trattava di vero e proprio finanziamento, per le obbligazioni convertendo, al momento della loro emissione è già previsto che da capitale di debito si trasformino in quote azionarie.

La logica di questo strumento finanziario sta proprio nel fatto che gli investitori, al termine del percorso, diventino azionisti e quindi il valore delle azioni acquisite con la conversione non sarà più legato al costo che ha avuto l’operazione per l’investitore ma all’andamento del mercato, avendo dunque gli stessi la massima premura affinché la startup cresca in modo solido https://www.economyup.it/startup/fondo-rilancio-perche-il-convertendo-e-un-vantaggio-per-le-startup-ecco-come-funziona/;

[5] https://www.consob.it/web/investor-education/crowdfunding#c2.

 

 

 

Contributo a cura del Dott. Piermarco Di Lallo.