Incentivi per le imprese e Formazione 4.0 - Webinar

Incentivi per le imprese e Formazione 4.0 - Webinar


Studio Industria e PEAINFORMA terranno l’evento "Incentivi per le imprese e Formazione 4.0", il 24 febbraio 2021, alle ore 17.

Il nostro Junior Partner Avv. Francesco Minazzi spiegherà in pochi minuti i contenuti del bonus "Formazione 4.0", a chi è destinato e a cosa serve.

Daremo spazio a domande e approfondimenti per chiarire più possibile le idee alle imprese.

L'incentivo fa parte del pacchetto "Transizione 4.0" recentemente prorogato dalla Legge di Bilancio: https://lnkd.in/eCTUMy9

Per iscrizioni: [email protected].

www.studioindustria.eu - www.peainforma.com

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Il webinar si terrà su piattaforma Cisco Webex, si riceverà una notifica dopo l'iscrizione con il link per partecipare.


La compliance 231 nella giurisprudenza della Cassazione

La compliance 231 nella giurisprudenza della Cassazione 


Nel 2021 ricorre il ventennale del D. Lgs. 231/2001, che ha introdotto la responsabilità penale delle imprese e degli enti in Italia. Al fine di ribadire l’importanza per industrie e PMI di dotarsi di un sistema di compliance che le tuteli dal rischio connesso al compimento dei “reati aziendali”, prendiamo spunto da una recentissima sentenza della Cassazione[1], dalla cui analisi ben si può apprezzare l’importanza strategica di un Modello di organizzazione, gestione e controllo.

Partendo dal presupposto che la società in questione non aveva aderito ad un sistema di autoregolamentazione 231, in primo grado questa veniva assolta dal reato 231 denominato “Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro”. L’assoluzione nasceva dall’esclusione che il soggetto deceduto nell’incidente avesse avuto accesso all’area pericolosa passando da un cancelletto realizzato abusivamente che, secondo l’accusa, aveva la finalità di permettere l’esecuzione dei lavori accelerandoli e abbassandone il costo; pertanto, l’imputazione che veniva mossa alla società era quella di aver omesso le misure di prevenzione legislativamente previste per ottenere un vantaggio in termini di risparmio di spesa.

Il ribaltamento della sentenza in appello nasce, invece, dal riconoscimento dell’avvenuto accesso del lavoratore al macchinario per il tramite di questo cancelletto abusivo. Tuttavia, la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello rilevando che la realizzazione del varco abusivo non fosse finalizzata all’ottenimento di un vantaggio produttivo per la s.r.l. e, quindi, a logiche di risparmio societarie, ma servisse, al contrario, ad alleggerire il lavoro degli operai nel caricamento degli utensili.

Naturalmente, se ci fosse stato un complesso di procedure scritte ben strutturato con annesso un adeguato sistema di controlli, come chiaramente regolato dalla normativa 231, sarebbe stato evidenziato subito il comportamento scorretto del dipendente, che ha utilizzato un accesso volto a “risparmiare fatica ai lavoratori[2]” per una finalità del tutto diversa con quella per la quale tale accesso era stato pensato e creato. Un Modello 231 correttamente ed effettivamente attuato avrebbe ragionevolmente spinto un accorto Pubblico Ministero ad archiviare il caso. La società ha, infatti, adottato tardivamente l’impianto di “compliance 231” per beneficiare della funzione premiale[3]collegata alla predisposizione dei protocolli[4]” dopo il reato e consistente nella possibilità di proseguire nell’attività produttiva, evitando le sanzioni interdittive; la Cassazione afferma, però, che ciò non la esenta da uno “scrutinio d’idoneità più rigoroso[5]” rispetto a quello cui sarebbe stata sottoposta nel caso in cui avesse potuto celermente produrre le carte e le prove necessarie a dimostrare la correttezza delle prassi aziendali - plasmate sulla normativa 231 nonché sul T.U. 81/08 - e la condotta consapevolmente irresponsabile del soggetto poi deceduto.

In pratica, la soluzione del “ravvedimento operoso[6]”, sebbene dimostri una minore futura “capacità a delinquere[7]” dell’ente con ovvie ricadute positive nel corso del processo, non sempre risulta essere un valido escamotage per evitare le pesanti conseguenze di un reato 231, specie in materia di sicurezza dei lavoratori; pertanto, dotarsi di un sistema di autoregolamentazione 231, dovrebbe essere sempre più al centro delle valutazioni delle industrie che vogliano operare serenamente e perseguire politiche d’impresa etiche ed evolute.

[1] Cass. Pen. Sez. 4 n. 36778/2020

[2] Così desumeva il perito d’ufficio, al netto delle sue valutazioni.

[3] Che sarebbe il contraltare della funzione esimente correlata alla adozione del modello ante delictum; così, A. Rugani, La costruzione del “modello di organizzazione, gestione e controllo”, Profili contenutistici e metodologici, in Altalex.

[4] Ibidem.

[5] Ibidem.

[6] M. Arena, La responsabilità amministrativa delle imprese: il D.Lgs n. 231/2001. Normativa, modelli organizzativi, temi d'attualità, Nuova Giuridica 2015.

[7] Ibidem.


Diritto ed Economia a sostegno della nuova industria - Convegno ELSA

Diritto ed Economia a sostegno della nuova industria - Convegno ELSA


Studio Industria parteciperà, tramite la relazione del Senior Partner Avv. Andrea Tatafiore, al webinar organizzato da ESLA - European Law Students' Association, dal titolo "Diritto ed Economia a sostegno della nuova industria".

L'occasione sarà dedicata, tramite speaker d'eccezione, alla commistione tra la componente giuridica e la componente economica del mondo imprenditoriale, riflettendo sull'intersezione delle due materie nel ramo consulenziale.

Il webinar si terrà su piattaforma Google Meet, chiedendo di iscriversi tramite il seguente form: https://forms.gle/GxFgUvr7cUc8XogR9.


Prorogati Superbonus e Piano Industria 4.0 fino al 2022

Prorogati Superbonus e Piano Industria 4.0 fino al 2022


Industry 4.0

La Legge di Bilancio per il 2021 ha prorogato i vari incentivi e bonus degli anni precedenti, con scadenze differenziate.

Transizione/Industria 4.0 – commi da 1051 a 1067

In primo luogo, viene rinnovata una delle misure più significative per le imprese, il pacchetto “Industry 4.0” che nel corso del tempo ha cambiato varie denominazioni, sino a “Transizione 4.0”: nella sostanza, racchiude invariabilmente una serie di agevolazioni, per lo più fiscali, nell’ambito degli investimenti imprenditoriali.

Si tratta nello specifico:

  • del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, che viene esteso fino al 31 dicembre 2022 oppure fino al 30 giugno 2023, purché entro il 2022 sia pagato in acconto almeno il 20% del costo di acquisizione. Le nuove regole estendono la percentuale del credito di imposta, l’ammontare delle spese ammissibili e l’ambito oggettivo con l’inclusione dei beni immateriali “generici”. Le nuove regole si applicano agli investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020;
  • del credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative, che viene confermato fino al 31 dicembre 2022. Il bonus spetta nella misura: del 20%, fino a un massimo di 4 milioni di euro, per gli investimenti in ricerca e sviluppo; del 10%, fino a un massimo di 2 milioni di euro, per gli investimenti in innovazione tecnologica e in design e ideazione estetica; del 15%, fino a un massimo di 2 milioni di euro, per gli investimenti in innovazione tecnologica finalizzati alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0. Prorogato fino al 2022 anche il credito d’imposta “potenziato” per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno previsto dall’art. 244 del decreto Rilancio (commi 185-187);
  • del credito d’imposta per la formazione 4.0, che viene esteso fino al 2022.

 

Nuova Sabatini

  • Viene rinnovata la c.d. “Nuova Sabatini” (articolo 2 del D.L. n. 69/2013), la legge che finanzia gli investimenti in beni strumentali: viene semplificato l’accesso all’agevolazione e viene estesa a tutte le domande l’erogazione in un’unica soluzione del contributo statale (finora era prevista solo per finanziamenti non superiori a 200.000 euro).

 

Superbonus edilizio 110%

Viene prorogato fino al 2022 e ampliato il più importante bonus che l’emergenza Covid ha generato, cioè la maxi-detrazione fiscale al 110% dei lavori di eco-sismabonus.

Diverse le novità:

  • tra i soggetti beneficiari dell’agevolazione vengono inclusi anche gli edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, pure se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche;
  • il bonus è prorogato, in generale, fino al 30 giugno 2022, ma viene esteso fino al 31 dicembre 2022 se viene realizzato almeno il 60% dei lavori per gli interventi effettuati sui condomini e sugli edifici plurifamiliari con un solo proprietario con non più di 4 unità immobiliari;
  • viene esteso agli interventi per la coibentazione del tetto, agli edifici privi di attestato di prestazione energetica, all’eliminazione delle barriere architettoniche, agli impianti solari fotovoltaici su strutture pertinenziali agli edifici;
  • viene esteso il megabonus al 165% per la ricostruzione di immobili colpiti da terremoto a tutti quelli compresi nelle zone interessate da eventi sismici dopo il 2008;
  • vengono chiariti alcuni aspetti interpretativi.


Importanza del rating di legalità - Il Report Bankitalia

Importanza del rating di legalità - Il Report Bankitalia


Per “rating di legalità” si intende un “indicatore sintetico” di aderenza e rispetto, da parte dell’impresa, di elevati standard di legalità[1], rilasciato dall’AGCM in presenza di determinati requisiti. In buona sostanza è una valutazione dell’impresa sotto un aspetto etico-giuridico, che ci indica quanto sia “clean” l’impianto aziendale, tramite un rispetto e un perseguimento sostanziale di una serie di valori e principi che esulano il puro dato normativo.

 

Ed invero, sebbene l’ottenimento di un determinato punteggio passi attraverso il rispetto di precisi parametri formali, come meglio specificati dagli articoli 2 e 3 del “Regolamento attuativo in materia di Rating di Legalità”, tale risultato è di certo imprescindibile dalla creazione di un modello compliant a 360 gradi, che richiede inevitabilmente un percorso di lenta e progressiva trasmissione, da parte dei vertici aziendali, e recezione, da parte dell’intero personale, di quella serie di principi e best practise che rendono oggi un’impresa non solo competitiva, ma aprono anche ad un insieme di incentivi e facilitazioni, come nel caso dell’accesso al credito.

 

Orbene, come evidenziato dal report del novembre 2020 di Bankitalia[2], in cui sono stati pubblicati i dati, in percentuale, delle imprese titolari di rating di legalità in relazione alla concessione di finanziamenti e all’ottenimento di benefici, risulta lampante l’apporto di tale titolo in termini di agevolazione per l’impresa.

Ed infatti, la quasi totalità di soggetti richiedenti ha ottenuto l’erogazione del credito, circa il 97,5%. È inoltre incoraggiante il dato che mostra l’aumento (dal 40% del 2017 al 58% del 2019) delle imprese richiedenti beneficiate dal rating di legalità, i cui vantaggi sono consistiti nella riduzione delle tempistiche o dei costi di istruttoria e nell’applicazione di migliori condizioni economiche in fase di accesso o di rinegoziazione del finanziamento.

 

Potrebbe sorgere spontaneo, a questo punto, domandarsi perché le restanti imprese, pur titolari di rating di legalità, non abbiano ottenuto alcun beneficio da questo meccanismo premiale. Ebbene, da un lato, è pacifico che un ruolo fondamentale venga ricoperto dal punteggio che di fatto possiede il soggetto richiedente, in quanto l’ottenimento di una “stella”[3] è legato sostanzialmente al rispetto della legge ed al non aver riportato condanne penali: questo comporta che un soggetto che ha, ad esempio, raggiunto le due stelle[4] può sicuramente ambire a dei benefici maggiori in termini creditizi.

Dall’altro, dal report di Bankitalia emerge un dato interessante, ovvero che nel 2019, su 3.800 imprese (che non hanno ottenuto benefici), in 2.345 casi il possesso del titolo non è stato dichiarato dalle imprese in fase di istruttoria del finanziamento, non permettendo dunque ai soggetti in questione di profittarne.

 

Tirando le somme, si può senz’altro constatare che i dati previamente esaminati risultino incoraggianti, in particolare se, ragionando in termini assoluti, consideriamo che dal 2017 al 2019 le imprese finanziate sono passate da 4.400 a 9.099, esattamente in linea con l’evoluzione del numero di soggetti titolari di rating di legalità (da 4.525 a 9.328).

Occorre perciò che le imprese, all’uopo seguite da consulenti esperti del settore, perseguano il raggiungimento di standard sempre più elevati in termini di legalità e compliance, principi cardine nel presente e nel futuro delle imprese.

[1] https://www.agcm.it/competenze/rating-di-legalita/;

[2] Banca D’Italia – Comunicato Stampa – Divisione Stampa e relazioni esterne, Roma, 13 novembre 2020;

[3] Il meccanismo premiale sotteso dal rating di legalità prevede un punteggio che va da un minimo di una stella a un massimo di tre, oltre all’ottenimento di due “+” (il terzo + comporta l’acquisizione di un’ulteriore stella).

[4] Le due stelle sono legate, ad esempio, a requisiti quali la dotazione di un modello ex 231/2001, o alla dotazione di un sistema di tracciamento di pagamenti.

 

Contributo a cura del Dott. Riccardo Ianni.


Pro e contro di un Amministratore Indipendente nel board

Pro e contro di un Amministratore Indipendente nel board


La figura dell’amministratore indipendente, di derivazione anglosassone, sta progressivamente prendendo piede anche in Italia all’interno del nuovo concept di impresa. Pur non essendovi traccia nel codice civile, la disciplina dell’amministratore indipendente segue i già noti art. 2387 c.c. (requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza) e 2399 c.c. (cause di ineleggibilità e decadenza dei sindaci). Egli persegue l’interesse della società, non della maggioranza/minoranza e, non essendo coinvolto in prima persona nella gestione operativa dell’emittente, può fornire un giudizio autonomo e non condizionato sulle proposte di deliberazione, avendo inoltre accesso alle medesime informazioni degli amministratori esecutivi.

È indubbio che la presenza di amministratori indipendenti contribuisca alla creazione di valore aggiunto per l’azienda, la cui percezione, in particolare agli occhi degli “stakeholders”, è certamente quella di una maggiore professionalizzazione della stessa. Inoltre, la qualità delle decisioni prese nel CdA è notevolmente migliorata grazie alla loro presenza e, in caso di crisi o conflitto tra azionisti o dirigenti, ricoprendo una posizione di neutralità e garanzia, sono considerati degli ottimi mediatori, contribuendo così, potenzialmente, all’armonizzazione delle dinamiche e dei possibili conflitti aziendali.
Infine, essendo sensibili agli interessi della società nel lungo periodo, partecipano generalmente in modo attivo alla gestione della successione manageriale e del passaggio generazionale.

Dopo aver analizzato la figura in questione dal punto di vista professionale, è opportuno rilevare come sia essenziale, in seconda battuta, tenere in considerazione l’aspetto “umano-personale” del professionista che si va ad assumere: oltre ai già menzionati requisiti di indipendenza - che acquisiscono una ancora maggior rilevanza nella declinazione pratica - egli deve possedere una personalità dotata di ponderatezza, equilibrio, empatia, risolutezza e senso critico, affiancando e coadiuvando il manager.

Concludendo l’articolo con alcuni consigli utili per l’impresa, si segnala, intanto, come risulti di certo poco congeniale assumere amici, clienti o fornitori eccessivamente accomodanti, la cui indipendenza potrebbe essere rapidamente compromessa, venendo meno, dunque, quel valore aggiunto di professionalità.

Infine, è senza dubbio opportuno remunerare gli amministratori indipendenti nelle PMI: se il compenso sarà indubbiamente legato alle dimensioni della azienda, la formula retributiva risulta essere piuttosto flessibile, con possibilità di scelta tra retribuzione annuale fissa e/o con una componente variabile. Si tratta comunque di un investimento che si ripaga rapidamente, poiché adottare un amministratore indipendente contribuisce a creare una governance evoluta, e ad agevolare e ottimizzare le scelte imprenditoriali.

Adottare un amministratore indipendente, quindi, è consigliabile particolarmente in aziende piccole con fatturati superiori a 5 milioni di euro e attività complesse.


I 50 anni della Legge sul Divorzio - Relazione dell'Avv. Cirillo

I 50 anni della Legge sul Divorzio - Relazione dell'Avv. Cirillo


Ancora una volta il membro del Comitato Scientifico di Studio Industria, l'Avv. Alfredo Cirillo, ci pregia della sua propensione divulgativa.

Il 9 dicembre 2020, ore 14.00-17.00, parteciperà come relatore al webinar dedicato alla Legge 898 del 1970 sul divorzio, a 50 anni dalla sua adozione.

L'evento sarà realizzato in collaborazione con il Gruppo "Sole 24 Ore".


L'affidamento dei figli - Pubblicazione dell'Avv. Cirillo

L'affidamento dei figli - Pubblicazione dell'Avv. Cirillo


Siamo fieri di annunciare l'importante pubblicazione del membro del Comitato Scientifico di Studio Industria, l'Avv. Alfredo Cirillo, di una monografia significativa dedicata a un tema di grande rilevanza odierna.

Con questa Opera si è cercato di fornire una panoramica completa ed esaustiva degli aspetti giuridici connessi alla materia dell’affidamento dei figli.

Si tratta di un’Opera completa, frutto di un lavoro di squadra durato otto mesi e che ha visto la partecipazione dei massimi esperti del settore.

Un’attenzione particolare è stata dedicata anche agli aspetti relazionali e psicologici dell’affidamento, con particolare riferimento ai drammatici risvolti del conflitto genitoriale sulla psiche e sull’equilibrio dei figli. Intorno al mondo dell’affidamento ruotano non solo gli affetti ma anche - ahimè - gli interessi degli adulti.

Peculiare rilievo è stato dedicato agli aspetti patrimoniali connessi all’affidamento dei figli, alle questioni relative all’assegnazione della casa coniugale, alle ricerche internazionali sulle problematiche dei minori nei nuclei monogenitoriali, omosessuali, nella maternità adolescenziale e nella violenza coniugale.


Riforma dei crediti d’imposta in Ricerca & Sviluppo

Riforma dei crediti d’imposta in Ricerca & Sviluppo


La nuova legge finanziaria ha ampiamente riformato i crediti d’imposta in Ricerca e Sviluppo. Le nuove disposizioni, infatti, hanno previsto una ripartizione di crediti in luogo del vecchio regime di R&S.

 

Ricerca e Sviluppo

 

Si tratta delle attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico. Le spese ammissibili sono:

Il credito d’imposta in questo caso riconosciuto è pari al 12% delle spese ammissibili, nel limite massimo di 3 milioni di euro all’anno.

  • Spese per il personale direttamente impiegato nell’attività di ricerca;
  • Ammortamenti e canoni di locazione, anche finanziaria, e altre spese per i beni materiali ed il software utilizzati per la ricerca;
  • Spese per contratti esterni;
  • Ammortamento dei costi per l’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali;
  • Spese per consulenza;
  • Spese per materiali, forniture e altri prodotti utilizzati.

Innovazione tecnologica

 

In questa ipotesi rientrano invece le attività finalizzate alla realizzazione di prodotto o processi di produzione, nuovi o sostanzialmente migliorati. Vengono definiti tali un bene materiale o immateriale, un servizio o un processo che si differenziano rispetto a quelli già realizzati o applicati
dall’impresa sulla base delle caratteristiche tecnologiche, delle prestazioni, dell’ecocompatibilità, dell’ergonomia, ecc.

Sono escluse, invece, le attività di routine per il miglioramento della qualità dei prodotti.

In tale ipotesi il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 6% delle spese ammissibili, nel limite massimo di 1,5 milioni di euro all’anno.

L’aliquota viene tuttavia elevate al 10% nel caso in cui le attività innovative siano finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.

 

Altre attività innovative

 

In quest’ultima categoria, quasi residuale, rientrano espressamente le attività di design e ideazioni estetiche destinate alla concezione e alla realizzazione di nuovi prodotti e campionari, svolte dalle imprese operanti nei settori tessili, moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, del
mobile, dell’arredo e della ceramica.

Anche in quest’ultima ipotesi il credito si applica nella misura del 6% delle spese ammissibili, fino al limite di 1,5 milioni di euro all’anno.


Ridefinita la disciplina del Piano Nazionale Impresa 4.0

Ridefinita la disciplina del Piano Nazionale Impresa 4.0


Con la Legge Finanziaria sono stati ridefiniti gli incentivi per l’acquisto di beni strumentali, in precedenza superammortamento e iperammortamento, che dal 2020 prendono la forma di un credito d’imposta.

Il nuovo credito prevede una percentuale diversa in base alla tipologia di investimenti:

  • 40% o 20% del costo del bene, per investimenti in Industria 4.0;
  • 15% del costo per gli investimenti in servizi e software digitali;
  • 6% per gli investimenti in beni diversi dai precedenti.

L’incentivo si applica per gli acquisti effettuati tra il 1° gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno 2021 a condizione che entro il 31 dicembre 2020 siano stati pagati almeno il 20% di acconti.

Il credito è utilizzabile dall’anno successivo a quello di entrata in funzione del bene e viene ripartito in cinque quote annuali per i beni materiali e in tre quote annuali per i beni immateriali.